E' una domanda cui è difficile rispondere.
Molti hanno posto l'accento sul pollice opponibile, ossia quella caratteristica fisiologica della mano dei nostri progenitori che ha loro permesso una perizia tecnica superiore alle altre scimmie e conseguentemente questa capacità ha indotto anche un aumento del volume celebrale.
Altri hanno posto l'accento non sulle capacità manuali come induttore dell'aumento celebrale, ma bensì sul linguaggio.
Le caratteristiche della gola dei nostri progenitori ha permesso loro una più ampia serie di suoni e di versi che gradualmente sono diventati un linguaggio vero e proprio.
Altri hanno posto l'accento sulle cure parentali.
E’ noto che gli esseri umani partoriscono il feto ad uno stato molto immaturo (ad esempio un cavallo dopo pochi minuti si alza gia in piedi, mentre un bambino è per lungo tempo non autosufficiente) e che questo costringe i genitori a seguire pedissequamente il nascituro e quindi induce loro anche ad una suddivisione dei compiti, tutte cose che necessariamente portano ad un comportamento intelligente, se così si può dire.
A mio modesto parere non è una teoria giusta, poiché è stato l'aumento celebrale a indurre e forzare la gravidanza ai 9 mesi (sono proprio le dimensioni abnormi della testa di un bambino rispetto a quella di un altro primate, a far sì che la gravidanza umana duri di meno rispetto ai nostri cugini, perchè se così non fosse il concepimento porterebbe inevitabilmente alla morte della partoriente) e non viceversa.
Uno teoria molto interessante è quella che ritiene che l'aumento celebrale sia stato indotto dal passaggio dei nostri progenitori da un ambiente di caccia ombroso ad uno più soleggiato.
Questo a fatto sì che era necessario avere una sorta di radiatore nella testa per disperdere il calore e quindi mantenere la lucidità mentale richiesta da un’attività pericolosa come la caccia.
Più grande era il cervello, più facilmente il sangue circolando in esso poteva disperdere il calore.
Ovviamente questo ha portato ad un effetto secondario di primaria importanza, l'autocoscienza.